Lo
STEN, propriamente denominato “pistola mitragliatrice cal. 9 x
19, venne denominato così dalle inziali dei suoi due ideatori, R.
V. Shepard and H. J. Turpin)
e dalla località inglese di produzione l’arsenale di ENFIELD. Fu sicuramente uno dei più semplici, rustici,e facili da
usare, SMG (
submachinegun) o come volgarmente, comunemente e impropriamente
denominato dalla gente comune,
“il mitra” (
in realtà è una pura pistola
mitragliatrice). Ne furono prodotti più di 4 milioni di
esemplari in differenti versioni dal 1941 fino al ’45.
Il
primo modello, lo STEN Mk I ( il suffisso Mk , tipico delle armi
inglesi in genere vuol dire
“Mark”, = modello) fu sviluppato nell’ estate del
1941.
Largo
impiego alla lamiera stampata, tubi in acciaio, saldature, perni e
bulloni. La canna in acciaio trafilato era rigata grossolanamente
da due o sei rigature. La chiusura della camera di cartuccia era
massa battente, percussore fisso
e sparava ad otturatore aperto. Aveva solo il fuoco
automatico continuo. Sia il castello dell’arma che la canna
erano in acciaio. Sulla sx dell’arma, in posizione 1/3° dalla
canna vi era l’alloggiamento del caricatore, rettilineo in
acciaio rivettato, da 32 colpi cal 9 x19mm. L’arma era tarata
dalla fabbrica a 100 yarde, e aveva un rozzo compensatore di
rinculo in cima alla canna. Il congegno di scatto era alloggiato
nel calcio in legno e aveva una piccola impugnatura anteriore di
supporto sempre in legno. Lo STEN MK I venne considerato il mitra
più brutto mai prodotto.
Fu
prodotto in 100,000 esemplari sostituito nel 1941, dalla versione
più popolare la Mk II
conosciuta da tutti. Pippo riceverà ra gli altri un consistente
rifornimento via terra , dall’1 al 7 gen.’45 60 Sten e 100
caricatori competi di munizioni cal. 9x 19
Tutta
metallica,
calciolo classico a stampella o a gruccia rimovibile, senza
parti in legno,
canna smontabile e bocchettone del caricatore ribaltabile
per favorire l‘occultabilità. Fu paracadutata in milioni di
esemplari in Europa, data in dotazione a tutti, specie ai
partigiani, per la sua leggerezza, facilità d’uso, economicità
di produzione, comunanza di munizionamento con altre armi anche
del nemico; veniva aviolanciata dagli aerei tipo Armstrong
Wellington Whitley, o Vickers Wellington, in grossi contenitori
cilindrici munito di paracadute, denominati Tipo “H2” che
comprendeva armi STEN e relativi caricatori e munizioni.( per
notizia i contenitori erano di
due diversi tipi: il tipo “C” carichi generici ( radio,
batterie ecc) e una serie di tipi denominati “H1” che
contenevano esplosivi, miccia, detonatori, inneschi ecc per le
demolizioni, “H2” appunto portava un carico di STEN, gli
“H3” venivano usati per aviolanciare fucili mitragl,. Tipo
BREN o BAR, l’ “H4” per materiale incendiario, “H5” per
materiali da sabotaggio ecc.
Dalla
versione Mk II, fu derivato un modello denominato “Mk II S”,
riconoscibile da un grosso tubo montato coassiale alla canna che
era un “Soppressore” di rumore, in pratica un rudimentale silenziatore,
destinato alle Forze Speciali ( commandos) per la eliminazione
delle sentinelle.
La
versione MkIII fu prodotta in poche decine di migliaia di
esemplari, riconoscibile per la canna fissa e incassata in un
manicotto di acciaio. Seguì il modello Mk IV, per truppe
paracadutiste, mai adottato in pratica, riconoscibile dal calcio
in legno, una impugnatura anteriore che consentiva di non
utilizzar il bocchettone di alimentazione e il caricatore per
tenere l’arma, l’attacco per una piccola baionetta, e fu
montato il mirino anteriore del fucile Lee-Enfield n°4.
Fu
invece distribuita la versione finale la Mk V, che era brunita ,
dalla fine del ’44 e che rimase a lungo in servizio. Infatti
verrà sostituita da un modello di SMG,
peraltro simile nella forma e nel funzionamento, denominato
L2A3 STERLING, solo nel ’65.
Caratteristiche
tecniche dell’MkII:
Cal.:
9x19;
Lunghezza:762
mm.;
Lunghezza
canna: 197;
Peso
( arma carica):3,7 kg.;
caricatore:
32 colpi;
celerità
di tiro teorica: 550 colpi/min.;
Velocità
iniziale
Vo: 365;
caratteristiche
tattiche : eccellente arma da guerriglia, destinata a colpire il
portone di un fienile a 50 mt, tanto era precisa…; però
funzionava sempre; se il ghiaccio bloccava i pochi componenti in
movimento ( otturatore e mollone) bastava farci pipì sopra…le
munizioni si trovavano dappertutto, ed era veramente facile da
occultare; il costo di produzione basso, la velocità di
approntamento e le poche parti meccaniche lavorate
lo resero diffuso in tutto il mondo. Lo avevano i
partigiani, i soldati inglesi regolari, i marinai delle
motovedette, gli aviatori sui bombardieri come arma di difesa in
caso di abbattimento ecc. Per la
relativamente bassa cadenza di tiro, talvolta venne
soprannominato dagli italiano,“ la moto guzzi”…
Testo
a cura di Abrahms
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