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Alla confluenza del
Sestaione con il fiume Lima si trova la strada statale n°12 dell'Abetone
e del Brennero, di primaria importanza per le truppe della Wehrmacht nella
fase della loro ritirata progressiva dal fronte italiano verso il
territorio tedesco. Proprio in questa aspra zona montana decide di operare
la formazione di patrioti guidata dal pistoiese Manrico "Pippo"
Ducceschi.
Fu questa una delle più
importanti formazioni militari partigiane sia per numero di componenti,
sia per la zona di operazioni, sia per l'aver continuato la guerra sino
alla liberazione di Milano, come formazione autonoma al seguito delle
armate alleate. Proprio ai piedi del monte Tre Potenze, in località
"Macinelle", operava un distaccamento della formazione
"Pippo", formazione che, in data 16 marzo 1944, aveva assunta la
denominazione: Esercito di liberazione nazionale - XI zona militare
Patrioti.
Dal diario della formazione "Pippo", distaccamento "Lago
Nero":
12 luglio 1944. Un forte reparto tedesco guidato, da alcuni delatori
fascisti, esegue un attacco di sorpresa in località "Capanna"
del Lago Nero, base di rifornimento del distaccamento. Viene accerchiata
la baita, nella quale si trovavano 8 pastori ed i patrioti Ribilotta
Salvatore e Vannucci Luciano, inviati sul posto per il prelievo
giornaliero di viveri. All'apertura del fuoco da parte tedesca viene
risposto dai patrioti e dai pastori coll'intento di aprirsi un varco
nell'accerchiamento. Nel tentativo periscono 6 pastori e viene catturato
Vannucci Luciano […] L'attacco è stato così immediato e violento che i
rinforzi provenienti da più distaccamenti sono giunti sul luogo dopo che
i tedeschi si erano ritirati […]
Ci sono alcune imprecisioni nel testo, infatti i pastori erano cinque: i
fratelli Baldini Dino (1903) e Luigi (1913) di Pietrasanta; i cugini
Bertuccelli Leandro (1913, Pietrasanta) e Luigi (1884, Massa Carrara) e
Paolini Giovanni (1913, Vecchiano).
Erano disarmati e quindi non poterono sparare!
Anche il cognome del patriota Salvatore Ribilotta, probabilmente non è
esatto dato che nel prosieguo del diario della Formazione è trascritto
con diverse varianti: Rubillotta, Rubilotto, così come il comune di
origine che dovrebbe essere Militello Val di Catania.
Di certo sappiamo che era un renitente alla leva della R.S.I. aggregato
alla formazione di "Pippo", ma proveniva dalla "Costrignano";
per lui, a guerra finita, ci sarà anche una proposta per una medaglia al
valore (mai concretizzata).
Ma non tutti i pastori furono uccisi sul posto; uno di loro, ferito, fu
usato per trasportare a valle due pecore abbattute ma, giunto stremato in
località "Ghiaccion di Comino", di fronte all'ingresso
dell'Orto Botanico, venne finito con una scarica di mitra.
Del patriota Vannucci, condotto ferito a Villa Bice di San Marcello, forse
per essere interrogato, se ne sono perse le tracce, dato che risulta,
all'anagrafe, disperso in guerra.
I resti mortali dei pastori vennero ricomposti, dopo alcuni giorni, dalle
mani pietose di Argia Bertini e Elena Colò; ad una prima inumazione
provvisoria, a guerra finita, seguì il triste viaggio verso le
destinazioni di origine.
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